L’evoluzione delle caldaie e delle tecnologie basate sul ricircolo di acqua a bassa temperatura ha riportato in auge i sistemi di riscaldamento a pavimento. L’idea di riscaldare dal basso non è nuova e i primi impianti di questo tipo vennero messi sul mercato addirittura all’inizio degli anni Sessanta. Si trattava però di sistemi che prevedevano la circolazione di acqua ad alta temperatura, senza regolazione, e presto si capì che davano seri problemi di tipo igienico-sanitario. Le caldaie e i sistemi moderni non hanno più simili inconvenienti e rappresentano una soluzione valida. La convenienza e il comfort sono ancora maggiori, come cercheremo di spiegare, se il sistema a pavimento prevede di suo un sottofondo isolante termico e acustico che permette di contenere gli spessori.
La defizione tecnica è riscaldamento a pannelli radianti e consiste in una superfiecie riscaldata tramite una fitta spirale di tubi all’interno dei quali circola un fluido caldo. Essendo ampio il vettore riscaldante costituito dalla superficie riscaldata (la quale coincide con l’intero pavimento), il fluido in circolazione può avere una temperatura ridotta. Per le sue caratteristiche, il riscaldamento a pavimento è largamente utilizzato, oltre che nell’edilizia residenziale, negli edifici industriali (magazzini, capannoni, labotari ecc…), negli uffici e nelle strutture pubbliche di grandi dimensioni, oltre che in serre e all’aperto per rampe, campi sportivi…
I sistemi a pannelli radianti sono sostanzialmente di due tipi: a umido e a secco. La differenza tra uno e l’altro consiste nella composizione del massetto finale che ospita la pavimentazione: calcestruzzo gettato direttamente sui tubi riscaldanti nel primo caso, pannelli prefabbricati in cls nel secondo.
Nel sistema “a umido”, il più comune, la stratigrafia tradizionale presenta:
– una struttura portante sulla quale vengono predisposti gli impianti elettrico e idraulico, successivamente annegati in una caldana costituita generalmente da materiale alleggerito;
– una barriera vapore per evitare la formazione di condense;
– i pannelli reggitubo di isolante termico, generalmente di polistirolo, lisci o sagomati;
– il reticolo di tubi riscaldanti, in genere in polietilene, aggianciati ai pannelli sottostanti;
– il massetto;
– la pavimentazione, in ceramica o parquet.
Quasi sempre i pannelli di isolante impiegati possiedono solo proprietà di isolamento termico e non hanno prestazioni acustiche contro i rumori di calpestio. Ciò costituisce un serio limite per il sistema, anche alla luce del fatto che gli impianti a bassa temperatura hanno ridotto l’importanza della coibentazione termica nei sottofondi riscaldati. Questa lacuna può però essere colmata ricorrendo a una soluzione di facile applicazione.
La proposta consiste nel realizzare lo strato alleggerito a copertura delle tracce con il sughero in granuli SugheroLite, impastato e legato con il vetrificante a presaaerea KoGlass. Si forma così una caldana, che deve avere spessore adeguato e giusta composizione (consigliato il sughero a granulometria costante SugheroLite da 4mm), dotata di prestazioni sia termiche sia acustiche. L’aggancio dei tubi riscaldanti avviene direttamente sullo strato di sughero impastato mediante delle comode clips reggitubo fissate sulla rete elettrosaldata KoSteel, disposte a seconda delle scelte tecniche e preferibilmente con una configurazione a spirale che consente una migliore distribuzione della temperatura superficiale ed evita schiacciamenti nelle curve in caso di interassi ridotti.
La barriera vapore, al fine di un corretto isolamento termico e di un’adeguata impermeabilizzazione, è realizzata mediate uno strato separatore di carta alluminata KoSep.A, da stendere sopra il sughero prima di disporre le clips e il reticolo di tubi, che avrà anche la funzione di riflettere verso l’alto le radiazioni infrarosse del calore ricevuto. A completamento del sistema viene gettato il massetto, che, non va dimenticato, costituisce il vero e proprio vettore riscaldante: per questo è bene che non sia in calcestruzzo alleggerito o mescolato a materiale isolante, che ne limiterebbe il funzionamento. Il suo spessore varia in funzione del diametro dei tubi riscaldanti e in questo caso valgono le indicazioni dei fabbricanti: mai comunque meno di 5 cm e sempre con rete antifessurazione. Il vantaggio di questa soluzione è duplice: prestazioni acustiche oltre che termiche; minore spessore del sottofondo, essendo stato eliminato l’ingombro dei pannelli isolanti reggitubo; minori costi complessivi.
Per contenere la dilatazione termica del massetto riscaldato verso le pareti perimetrali è necessario interporre uno strato elastico di separazione tra le strutture, esattamente come si fa per eliminare i ponti acustici. A questo scopo sono ottime le strisce di sughero supercompresso KoFlex da 5 mm di spessore.
Demetrio Bonfanti
Fonte: http://www.coverd.it/articolo_rivista_bio.php?codriv=9&codart=4#